Porca miseria
Porca miseria, sono arrabbiato con me stesso perché non sono costante. Se fossi un oggetto sarei sicuramente un elastico.
Non dovei essere così arrabbiato perché la colpa di questa mancanza di regolarità non dipende esclusivamente da me. Ho degli orari lavorativi impossibili, lavoro di notte di giorno, mattina presto, pomeriggio sera. Questo è quello che continua a ripetermi il mio cervello e quella vocina che cerca giustificazioni per ogni cosa che non ci va bene allontanando la responsabilità di tutto dalla nostra persona. La verità è che noi siamo il frutto delle nostre scelte. E la rabbia che avevamo cercato di mettere a tacere si affaccia di nuovo in noi trasformandosi in frustrazione.
Perché non posso fare quello che voglio quando voglio?
Facendoci questa domanda perdiamo la tranquillità e la nostra parte creativa ne risente fino ad affievolirsi sparendo fra le 24 ore della giornata. Allora viene di farsi due calcoli per cercare di rosicchiare, anche un minuto alla volta, il tempo esclusivamente per noi stessi.
Vediamo
Il lavoro che al momento mi permette di portare la pagnotta a casa si porta via 8 ore della mia giornata, potremmo dire anche 9 se consideriamo il viaggio di andata e ritorno da casa mia. Mi rimangono 15 ore. Ne togliamo 5 perché è la media di ore in cui devo dormire (inoltre vorrei che la media fosse più alta). Poi devo mangiare e complessivamente possiamo togliere altre 4 ore. Rimangono 6 ore. Ci sono le ore da dedicare alle priorità della famiglia: il tempo con i bambini, le commissioni per procacciare cibo e mezzi vari di sostentamento. Insomma ho moglie e figli e non per sport, è un impegno ed un piacere al tempo stesso, quindi serve di coltivare la famiglia per essere felici ed è la prima priorità. Quindi possiamo prendere altre 4 ore al giorno rimanendo, così, con solamente 2 ore.
2 ore al giorno
2 ore al giorno è quello che rimane per poter realizzare illustrazioni, disegni, video, podcast ed interagire con la community che ruota attorno al progetto Fabio Visual World. Per onore della cronaca va detto che queste due ore sono fruibili raramente in maniera consecutiva. Certo, nei giorni in cui non lavoro possono aumentare ma anche in questi casi sono ore che vengono dedicate alla massima priorità famigliare. Insomma, c’è sempre qualcosa che ti porta fuori dal flow, dal flusso creativo.
Quindi come fare?
A volte mi sento completamente in balia degli eventi, ne consegue frustrazione e morale sotto i piedi. Sto provando ad organizzarmi con vari metodi ma, credetemi, non c’è modo di migliorare se non si capisce che questi metodi non danno segreti così fondamentali ma ti aiutano a capire che devi puntare sulla serenità. Inoltre, il presupposto per capire certi metodi è quello di aver fatto la scelta della via da intraprendere a priori. Non si possono tenere due piedi in una sola staffa. Per essere sereno dovrei abbandonare il mio lavoro e dedicarmi completamente alla creatività ma senza la certezza di riuscire. Non fa per me. Come faccio a rischiare il tutto per tutto se di mezzo c’è la responsabilità di dare sussistenza a dei figli, pagare il mutuo e le bollette, procacciare il cibo e via dicendo? Chi può dire, con tutta sincerità, di poter cambiare vita da un giorno a l’altro?
La consapevolezza
Comunque ho una consapevolezza, una costante che ritorna sempre nella vita di tutti i giorni. Riesco sempre, in un modo o nell’altro, a raggiungere ciò che mi ero prefissato, certo, con dei tempi molto dilatatati. La mia vita mi ha sempre portato a scegliere le strade lunghe tortuose piuttosto che quelle semplici. Mi hanno sempre insegnato che quelli semplici esistono ma che portano quasi sempre a qualcosa di effimero, inconsistente.
Il viaggio
Arrivo sempre dopo sulle cose ma il viaggio per arrivarci mi dona esperienze uniche. Inoltre, l’esperienza diretta migliora qualsiasi aspetto della vita, compreso quello che dedichiamo alla creatività. Il viaggio lungo e tortuoso crea un valore unico ed insostituibile che alla fine, in qualche modo, ti premia sempre.
La vera costanza
Alla fine la vera costanza sta nel fatto che cammini verso una meta e non quante cose in maniera ripetitiva riesci a fare mentre cammini. Non siamo delle cattene di montaggio ma esseri umani. Capire questo intanto ti da’ la serenità. Se non sono sereno non sono creativo, se non sono creativo divento un orso burbero e triste. Cosa fare quindi?
Quando sono frustrato e non so più dove andare mi fermo, respiro, poi con tranquillità faccio la mia cosa. Non importa se non sono costante o se possa sembrare inconcludente agli occhi degli altri. Io devo essere me stesso e fare la mia strada (già abbastanza tortuosa per pensare anche a ciò che altri pensano di ciò che penso io o che faccio). Sembra un discorso egoistico ma è importante capire è che lo faccio per il retaggio. Cosa imparerebbero i miei figli se mi facessi prendere dalla frustrazione e apparissi ai loro occhi come un orso burbero e triste?
La mia equazione per la felicità
Io vi porgo i miei auguri per una fantastica settimana, se sapete già che potrebbe non esserlo, non vi preoccupate, è normale. Comunque se si ha la consapevolezza di non essere i soli sulla faccia della terra si vive meglio. Il confronto fa bene. Perciò ti invito a seguirmi sul canale Telegram oppure a scrivermi nei contatti che si trovano sulla mia landing page. La relazione con chi mi segue e con chi vuole sostenere il mio progetto è essenziale. Se non avessimo dovuto interagire fra di noi non ci sarebbe ragione di essere in più di 7 miliardi sulla faccia della terra.
Volevo ricordarvi che questo blog ed il Fabio Visual World sono un progetto seduto sul divano cosmico, un bel raccoglitore di mille esperienze e progetti altrui.
E ricordate: La creatività salverà il mondo.